Fremono i preparativi per il 23 aprile, giornata clou di Balkans in Ankon
Orme del gigante invisibile, ‘L’uomo che scavalca il muro’ e lettura incrociata di testi balcanici, Ancona si apre all’Adriatico
Eravamo in 10 a parlare dei Balcani.. e ora siamo in 20 a parlare dei Balcani. Brillante avvio per Balkans in Ankon, la rassegna di arte neobalcanica iniziata lo scorso 17 aprile presso la galleria 400 metriquadri, che per l’occasione sarà aperta in orari ‘atopici’, imprevedibili, in modo da rendersi tappa forzata per chi sia a passeggio per il centro durante questa settimana. Il 18 aprile è stata la volta del Guasco, con il crossreading balcanico da Librare e un’installazione sulle scalette di via Scosciacavalli, davanti alla bottega del leggendario restauratore Peppino Brunetti.
‘L’uomo che scavalca il muro’, questo il nome dell’installazione in cartone, legno e fil di ferro, ricorda la sofferenza e lo sforzo della migrazione, del superare gli irti ostacoli della mobilità. Un invito alla compartecipazione che ha visto l’entusiasta partecipazione di molti croceristi a spasso la domenica mattina in una città bellissima, ma chiusa. Nonostante questo, americani, russi e francesi si son ritrovati di fronte a un arzillo gruppo di sessantenni e oltre (Peppino ne ha 83 di anni) alle prese con un’installazione artistica nel cuore della città vecchia.
E positivo è stato il riscontro anche presso gli anconetani, vista la grande partecipazione durante il crossreading, un innovativo e informale modo di condividere le parole, primo passo verso una maggiore consapevolezza rispetto alle culture straniere. Si sono letti testi in kaikava (dialetto croato ormai scomparso), bosniaco, serbo, macedone e albanese, per un crogiuolo di racconti a volte duri, tristi, ma che hanno ricevuto un’attenzione degna di nota da parte del pubblico. Un incontro di alto livello insomma, il cui risultato ha stupito la stessa associazione promotrice di Balkans in Ankon, l’associazione Atopos.
Quello che ha sorpreso di più però, è l’allargamento spontaneo del gruppo, formato inizialmente dai 5 cinque ospiti balcanici più gli artisti di Atopos fino ad accogliere amici vecchi e nuovi di Ancona e dintorni, che dopo il primo appuntamento presso la 400 metriquadri, hanno deciso di supportare in prima persona le vicende di Balkans in Ankon. Un appoggio importantissimo, visto che presto si tratterà di portare la rassegna per strada, lungo Corso Garibaldi, sul quale passerà un gigante invisibile, il golem di Atopos, grazie alla presenza di volontari travestiti da stranieri nei modi più disparati, dall’emigrante italiano in Argentina fino ad arrivare ai giovani del centro Poliarte che costruiranno una bandiera dedicata ai Balcani, un modo di unire terre e popoli che fino a pochi anni fa erano in guerra tra loro.
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